sabato 23 maggio 2015

Quo vadis, Angela?

Chi è alle prese con la lettura di Qualcosa da perdere, ha già scoperto che Angela Baraldi ha scritto una nota introduttiva al romanzo.

L'idea di coinvolgere Angela in questo per lei inconsueto ruolo di prefattrice è nata dal desiderio di contestualizzare il libro, affidandolo alla lettura di una sensibilità artistica "esponente" di un universo - quello bolognese - che per questo romanzo costituisce un forte punto di riferimento.
Come ho avuto modo di confidarle quando l'ho conosciuta, Angela rappresenta l'incarnazione femminile della città di Bologna: un'anima dura e ribelle, un'eterna giovinezza, uno spirito di resistenza e una voglia di mettersi sempre in gioco, di reinventarsi.

L'avevo vista per la prima volta in Quo vadis baby di Gabriele Salvatores e l'ho seguita anche dopo, nell'omonima serie di Guido Chiesa e in campo musicale, con i Post CSI. Va da sé che quando ho finalmente letto il romanzo di Grazia Verasani, il personaggio di Giorgia Cantini aveva nella mia testa le sembianze, le movenze e la voce di Angela.

Ripensandoci, sarebbe stato molto semplice azzardare un incontro tra Valerio, uno dei personaggi di Qualcosa da perdere, e la Cantini, magari nella sua agenzia investigativa bolognese. Intravedo il rischio di spoilerare un passaggio importante del romanzo, quindi fermo qui. Aggiungo solo che non so dove, né quando, ma di sicuro ci sarà una presentazione del romanzo anche a Bologna

domenica 17 maggio 2015

Il grande #SalTo15

Vorrei ringraziare anche qui tutti i presenti alla "prima uscita" di Qualcosa da perdere, nella speranza di portare prossimamente questo libro a spasso per l'Italia. Da domani inizieremo a lavorarci.
Sono davvero felice di aver rivisto lo staff di ExCogita e i ragazzi di Masterbook, ai quali auguro buona fortuna per lo stage in redazione. Conquistate il futuro dell'editoria!

Va detto che questo viaggio a Torino è stato pieno di incontri a dir poco sorprendenti.
Giovedì mattina: la presentazione è iniziata da pochissimo quando, fra il pubblico, vedo un amico, una persona con la quale sono cresciuto e che ha contribuito a farmi conoscere realtà musicali e letterarie che per me costituiscono ancora dei saldi riferimenti. Ci guardiamo e scambiamo un cenno con la testa; più tardi mi racconta che lavora nello staff di un editore maceratese e mi consiglia un libro che ha tutta l'aria di essere un'altra buona lettura. Come sempre.
Dagli amici, alla famiglia. In questi pochi giorni ho avuto modo di conoscere finalmente dei lontani parenti, un bel pezzo di famiglia emigrata a Torino da diversi decenni. Insieme abbiamo ricostruito, almeno in parte, le vicende più o meno recenti del nostro albero genealogico. Se mi sono sentito un po' a casa, è stato soprattutto grazie a loro, partecipi e sostenitori fino all'ultimo momento di questa avventura torinese.
Non è finita qui. La ciliegina sulla torta arriva in aeroporto, mentre sono in coda per l'imbarco: rivedo il professore di Semiologia del Cinema, nonché relatore della mia (prima) tesi, anch'egli a Torino per presentare un libro al Salone. Ci aggiorniamo rapidamente sulle rispettive vite e progettiamo di riproporre la "premiata ditta" della tesi in occasione della presentazione del libro a Bari.
Durante il volo penso che forse, leggendo il libro, gli verrà il sospetto che uno dei personaggi secondari sia in qualche modo ispirato a lui; a me, invece, viene il sospetto che il "cerchio da chiudere" del quale parlavo nello scorso post, sia più grande di quanto pensassi. Meglio così.

martedì 12 maggio 2015

Da Torino a Torino: si chiude un cerchio.

La segnalazione del manoscritto di Qualcosa da perdere da parte del Premio Calvino è arrivata quando avevo ormai quasi rinunciato a pubblicare il libro. L'editoria ha tempi lunghi, è vero, ma avevo completato il romanzo già da tempo e, con il passare del tempo, questo lavoro diventava per me sempre meno rappresentativo. Pazienza, mi ero detto, magari la storia era meno buona di quanto pensassi all'inizio.

Avevo, nel frattempo, cambiato città, lavoro, vita. Avevo messo da parte una serie di cose alle quali stava per aggiungersi un manoscritto di belle speranze e poco più. La segnalazione mi ha restituito un po' di fiducia in questo libro e ha sicuramente contribuito alla pubblicazione del romanzo.

Avevo già incontrato Luciana Bianciardi lo scorso luglio, ma non ci sentivamo più da diverse settimane. Una sera ci siamo ritrovati a scriverci quasi contemporaneamente. Se non è stata telepatia, ci siamo andati molto vicino. Da qui, un secondo incontro in ExCogita, la decisione di far uscire il libro in autunno e la disponibilità a concedere l'utilizzo del testo a fini didattici, nell'ambito di Masterbook, il Master in Editoria dello IULM. Il tutto, nel mio ultimo giorno a Milano.  Segue un altro cambiamento di città, lavoro, vita.

Ritorno a Milano esattamente un mese dopo la partenza, per incontrare gli studenti del Master e confrontarmi con loro sul testo. Durante la lezione, vengo a sapere che i ragazzi voteranno uno fra i cinque libri analizzati nel corso per curarne la pubblicazione e presentarlo al Salone Internazionale del Libro di Torino.

Uno su cinque. La probabilità che scelgano il mio romanzo è del 20%.
Non pensarci neanche, mi dico.

martedì 5 maggio 2015

#qualcosadaperdere

Nella giornata di ieri è stata lanciata la pagina Twitter del romanzo @Qcosadaperdere - gestita dai ragazzi dello IULM Masterbook - insieme all'hashtag #qualcosadaperdere, che accompagnerà l'uscita del libro e che proseguirà a oltranza sui canali social.
Insomma, ci siamo quasi.

Intanto oggi anche su Facebook è apparsa la foto con i due corsivi che aprono il libro.
Si tratta di due citazioni tratte da altrettante canzoni: Wheels dei Foo FightersAre you ok?, appunto, de Le Strisce, band che negli ultimi anni ha messo in fila un album più bello dell'altro. 

Non sono gli unici riferimenti musicali del romanzo, ma di questo ne riparleremo più avanti.